San Giorgio Morgeto















La Storia di San Giorgio e del popolo italico dei Morgeti affonda nel Mito, attraversa i millenni. Queste terre aspre ed incontaminate, teatro della Storia più antica, dominano gli ulivi millenari della piana del Tauro e volgono il loro sguardo al Mediterraneo, alle mitiche isole Eolie.

Qui si sta veramente da dio...?

Le opere di Plinio, Strabone, Proclo, narrano del popolo italico dei Morgeti; essi, secondo alcune ricostruzioni, avrebbero costruito una fortificazione attorno alla quale sarebbe sorto il primo insediamento morgezio. La leggenda colloca tale evento nell'anno 2349 a.c. e lo descrive quale opera del re Morgete, figlio del re Italo, della stirpe degli Enotri.

Attraverso un ardito quanto necessitato salto nei secoli, quella postazione - di evidente rilievo strategico - è stata considerata la medesima nella quale, fra il IX ed il X secolo d.C., in età bizantina, venne edificato il castello.

Secondo altre fonti Morgetum (Morgantion) fu fondata dai locresi quale punto strategico di collegamento fra Locri e le colonie sul Tirreno.

Comunque la si guardi, la Storia di San Giorgio e dei Morgeti affonda nel Mito, attraversa i millenni. Queste terre, non solo il Castello, sono state il teatro della Storia più antica, e certamente meritano da Istituzioni Culturali pigre e disattente, ben altro interesse, iniziativa e spirito critico. Fonti storiche e reperti archeologici ricostruiscono poi i tasselli di un lungo racconto che nel V /IV secolo a. C. pone Morgetum tra le diciotto colonie della Repubblica locrese, la quale considerava questo territorio, anche in forza delle fortificazioni esistenti, una postazione strategica fondamentale, in grado di assicurare il controllo degli accessi montani al versante ionico e della sottostante pianura su quello tirrenico.

Controverse sono le ipotesi che fanno risalire a questo periodo anche l'edificazione di Altanum, sito archeologico nei pressi dell'odierna San Giorgio Morgeto. Nel lungo corso dei secoli, l?antica Morgetum si ingrandi' per il confluire di genti diverse: primi furono gli abitanti della vicina Altanum che abbandonarono la cittadella distrutta in seguito alle incursioni barbariche, ma anche quelli della più distante Taureana.

Alla dominazione locrese segui' la dominazione romana sino all'avvento dei Normanni. Durante la dominazione di questi ultimi, la storia di San Giorgio si delinea con maggiore certezza; i Normanni costituiscono feudi il cui assetto durerà fino all'epoca Sveva.

Nel IX secolo, la diaspora dei monaci bizantini, interessò anche il territorio di Morgetum e ne influenzò l'attività economica, culturale e religiosa. Essi edificarono un monastero dedicato a San Giorgio di Cappadocia ed una chiesa consacrata a Santa Maria dell'Odigitria o di Toxadura, che divennero un punto di riferimento per l'intero territorio e per le genti che vi abitavano. Come riporta S. Nilo, quando vi furono le incursioni dei Saraceni che distrussero i centri della Vallis Salinarum e vi portarono la peste, Morgetum e il suo monastero non subirono alcun danno, anzi accolsero una parte dei profughi di Taureana. I monaci, la cui presenza era volta a convertire al cristianesimo gli abitanti (che erano, invece, adusi a venerare quale dio il re Morgete), attribuirono l'incolumità alla protezione di San Giorgio e nel 1075 il nome Morgetum venne modificato in San Giorgio. Successivamente, Ruggero il Normanno concesse il feudo ai monaci basiliani.

Nel 1324 S. Giorgio costituita in Baronia e comprende il feudo di Prateria oltre a Polistena, Cinquefrondi, Anoia e Galatro e nel 1343 la Baronia stessa fu donata dalla Regina Giovanna ad Antonio Caracciolo. Seguendo le sorti dell'intero territorio delle Calabrie, la Baronia di San Giorgio passò sotto le dominazioni degli Svevi, degli Angioini, degli Aragonesi. A seconda degli equilibri politici del tempo, fu concessa a varie signorie, presso le quali era considerato un territorio assai ambito, in grado di conferire ed ampliare il prestigio sociale, economico e culturale ai rispettivi Casati.

Nel 1684 il fiume Vacale segnava i confini tra il Ducato di Terranova e la Baronia di San Giorgio, i cui confini si spingevano ad est sino al feudo di Prateria e a sud sino a San Fili. I Caracciolo, i Correale ed infine i Milano (il cui dominio fu interrotto dal Cordova che detenne anche il feudo di Terranova, fino al 1560), ressero in varie epoche le sorti della Baronia.

Incerte e controverse furono le vicissitudini, in particolare, che caratterizzarono il titolo su San Giorgio da parte della famiglia Milano, la quale, comunque, lo detenne il titolo fino al 1806, anno in cui Bonaparte decretò la fine della feudalità.

Nel 1783 San Giorgio fu anch'essa sconvolta dal tremendo terremoto. Quel flagello naturale, unitamente alle mutate condizioni strategico-militari - ma soprattutto economiche e sociali - decretò anche l'inizio di un declino politico che fece perdere a San Giorgio l'importanza che aveva avuto nel periodo feudale.

Nel 1864, con decreto del re Vittorio Emanuele II, il nome di San Giorgio venne modificato definitivamente in San Giorgio Morgeto.
Sul Piano di Casciano o Casignano, in località S. Eusebio, si ergono ancora possenti i resti di una cinta muraria e torri circolari che inducono a pensare alle origini della città di Altanum o Casignana.Controverse le ipotesi sulle origini del sito. Storici e antropologi hanno studiato i reperti derivanti dai molteplici scavi ipotizzando differenti versioni per spiegare la presenza delle mura di Altanum. Dagli storici classici risulta che, nel periodo del dominio locrese, il castello di Morgetum era in rapporto con altre due postazioni militari: Templum Musarum (l'odierna Cinquefrondi) ed Altanum, che, coinvolta nella vicenda storica della Magna Grecia quale avamposto locrese,subi' in varie epoche diverse incursioni.

La devastazione ed il saccheggio più crudeli furono per opera di Totila, il quale, dopo averla rasa al suolo, le volle cambiare significativamente il nome in "Casegghianum", da cui Casignano.

Nel XV secolo Casignano rientrava tra i casali della Baronia di San Giorgio. Nell'800 Altanum era già oggetto dell'interesse degli archeologi. Nel 1921 Paolo Orsi incaricò il De Cristo di dirigere gli scavi che portarono alla luce i resti di due cisterne, monete in bronzo materiale ceramico e frammenti di ossa. Tra le diverse letture del sito, quella del Prof. D. Minuto, ipotizza che Altanum fosse una fortificazione bizantina, dell'et? di Giustiniano, utilizzata come avamposto militare durante il conflitto con i Goti.

Proprio Altanum, poi Casinano o Casegghianum, diede i natali a Papa Eusebio: e Sant'Eusebio, infatti l'ultimo nome di quei luoghi che l'antichità ci tramanda.

I LUOGHI
"Alle vicinanze della città di Altano, sovra una deliziosa eminenza di terra, sovra un monte elevatesi a picco, e sfondato all’intorno da profondi burroni, con a tergo e d’intorno altri monti ed altri colli, e superiore a tutto il monte Cappello, torreggiano gli avanzi di un famoso Castello molto celebre e forte, dalla natura e dall’arte reso inespugnabile “
...Cosi’ il Rev. Canonico Domenico Cangemi nella sua Monografia (1886), descrive il Castello i cui resti, a partire dall'imponente Mastio, si levano a dominare la conca che si estende dal Sant'Elia fin quasi al Capo Vaticano, e raccolgono attorno ad essi San Giorgio Morgeto col suo Centro Storico, posto a 512 metri s.l.m. e caratterizzato da una fitta trama di viuzze (carrere), le quali si inerpicano e si snodano tra piccole case ed antichi palazzi nobiliari.
San Giorgio Morgeto sorge, quindi, alle falde del contrafforte che collega le Serre all'Aspromonte, ed il suo territorio si estende fin sulla cresta montana confinante con la fascia Jonica. I piccoli torrenti Muscarà e Patelli scorrono ai lati del centro abitato mentre le acque delle fiumare Ierapotamo e Vacale disegnano i confini di un territorio che dalle quote montane si protende a valle insinuandosi tra gli agrumeti ed lo sterminato bosco degli ulivi della piana di Gioia Tauro- Rosarno. San Giorgio Morgeto porta d'accesso del Parco Nazionale d'Aspromonte.